Amazon risponde a un report del WSJ negando l’aumento dei prezzi sui prodotti essenziali dopo l’insediamento di Trump.
Amazon contro WSJ: nessun aumento prezzi legato alle tariffe di Trump?
Amazon ha pubblicamente contestato un’inchiesta del Wall Street Journal che affermava un aumento medio del 5% nei prezzi di oltre 2.500 prodotti essenziali dalla data dell’insediamento di Donald Trump alla Casa Bianca. Secondo il report del WSJ, l’aumento sarebbe correlato all’annuncio da parte dell’ex presidente di nuove tariffe doganali su beni internazionali.
L’indagine ha preso in esame articoli di uso quotidiano venduti su Amazon, come disinfettanti, caramelle per la tosse e generi alimentari a lunga conservazione. Ma il colosso dell’e-commerce ha risposto con un post sul suo blog ufficiale, definendo lo studio “fondamentalmente errato” e basato su dati selezionati in modo tendenzioso.
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Le critiche di Amazon: “Quei prodotti erano in promozione”
Nel dettaglio, Amazon sostiene che alcuni dei prodotti considerati nel confronto – come deodoranti Dove o infusi Yogi Tea – erano in promozione nel mese di gennaio, ovvero al momento in cui il WSJ ha rilevato i dati iniziali. Secondo l’azienda, il presunto aumento dei prezzi non riflette un cambiamento strutturale, ma la semplice fine di uno sconto promozionale.
Amazon ha inoltre ribadito che il suo sistema di prezzi è dinamico, soggetto a continue oscillazioni in base alla domanda, alla disponibilità e alla stagionalità. Da qui la critica al metodo usato dal WSJ, basato su una fotografia istantanea e quindi, a detta di Amazon, non rappresentativa dell’andamento generale dei prezzi sulla piattaforma.
Un tema sensibile: timori di reazione politica?
La risposta piuttosto decisa di Amazon potrebbe essere indicativa di una certa preoccupazione interna, specie in un contesto in cui il ritorno di Trump ha riacceso i toni protezionisti sul fronte del commercio internazionale. Il timore è che un’esposizione mediatica negativa su un tema tanto delicato possa innescare ritorsioni politiche, come ulteriori controlli o limiti alle attività globali del gigante dell’e-commerce.
D’altronde, i dati ufficiali dell’U.S. Bureau of Labor Statistics mostrano effettivamente un aumento dei prezzi al consumo del 2,7% su base annua, con una crescita dello 0,3% solo a giugno. Tuttavia, attribuire direttamente questi dati a scelte aziendali specifiche — come nel caso di Amazon — resta controverso.
La vicenda dimostra quanto il tema dei prezzi, in una fase di ripresa economica incerta e con tensioni politiche in aumento, sia oggi al centro del dibattito tra aziende, istituzioni e opinione pubblica.
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