Surya è il nuovo modello AI open-source di IBM e NASA per prevedere le tempeste solari con il 16% di precisione in più.
Surya: l’intelligenza artificiale di IBM e NASA che prevede il meteo solare
La scorsa estate, la Terra ha affrontato la tempesta geomagnetica più potente degli ultimi 20 anni, un fenomeno che ha illuminato i cieli con aurore boreali visibili in regioni dove normalmente non appaiono. Nonostante i potenziali danni, le reti elettriche statunitensi e canadesi hanno retto bene, grazie anche a una preparazione sempre più avanzata.
Proprio per prevenire eventi simili, NASA e IBM hanno sviluppato un nuovo modello open-source di intelligenza artificiale chiamato Surya, con l’obiettivo di migliorare significativamente la previsione del meteo solare.
Il modello è ora disponibile al pubblico e rappresenta un’innovazione importante nel campo dell’osservazione spaziale.
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Cos’è Surya e come funziona il modello AI
Surya – che in sanscrito significa “Sole” – è stato definito da Juan Bernabe-Moreno (direttore di IBM Research Europe) come un vero e proprio “telescopio AI per il Sole”. Il modello è stato addestrato utilizzando nove anni di immagini ad alta risoluzione del Solar Dynamics Observatory (SDO), il satellite NASA attivo dal 2010 per lo studio del Sole.
Surya è in grado di rispondere a domande complesse come “ci sarà un brillamento solare nelle prossime 24 ore?” con una precisione superiore del 16% rispetto ai sistemi precedenti. Inoltre, è in grado di generare previsioni visive del Sole con due ore di anticipo, anticipando l’aspetto che il SDO potrebbe osservare.
Anche se due ore possono sembrare poche, per le infrastrutture energetiche – sempre più reattive e connesse – questo anticipo può fare la differenza per prevenire blackout o danni alle reti elettriche.
Una collaborazione strategica minacciata dai tagli
Il progetto Surya è frutto di una collaborazione stretta con il team scientifico NASA. Secondo Bernabe-Moreno, senza il supporto dell’agenzia spaziale, il modello non sarebbe mai stato realizzato. NASA ha contribuito alla definizione degli obiettivi, alla validazione dei risultati e al miglioramento delle prestazioni predittive.
Tuttavia, proprio ora che i risultati iniziano a concretizzarsi, il futuro della missione SDO è minacciato dai tagli di bilancio. L’amministrazione Trump ha infatti proposto di ridurre quasi della metà il budget del settore scientifico della NASA, con un taglio diretto da 14 a 8 milioni di dollari all’anno per l’SDO. Sebbene la missione non sia destinata alla cancellazione immediata (come successo con New Horizons o OSIRIS-APEX), la riduzione dei fondi mette a rischio il proseguimento delle operazioni.
Inoltre, la NASA rischia di perdere circa 4.000 dipendenti, ovvero il 20% della sua forza lavoro, come parte dei tagli complessivi al personale federale voluti dall’attuale amministrazione.
Il futuro del modello Surya va oltre la NASA
Nonostante l’incertezza, Surya continuerà a vivere. IBM ha reso il modello disponibile in open-source sulla piattaforma Hugging Face, permettendo a scienziati, ricercatori e sviluppatori di utilizzarlo, studiarlo e migliorarne le prestazioni. Grazie alla sua leggerezza (366 milioni di parametri), il modello può girare anche su hardware non particolarmente potente.
Il vero valore di Surya sta nella sua versatilità: sebbene sviluppato per la previsione dei brillamenti solari, può essere applicato anche in altri ambiti legati all’analisi di immagini spaziali, previsione di fenomeni atmosferici o eventi naturali complessi.
Questo modello rappresenta una nuova frontiera per l’AI scientifica, nata dalla sinergia tra pubblico e privato. E in un momento storico in cui la scienza rischia di essere messa in secondo piano, Surya dimostra che investire nella ricerca può produrre risultati concreti, utili e condivisibili.
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