Il 72% degli adolescenti USA ha usato un’IA come “amico”

Secondo un nuovo studio recentemente condotto, il 72% degli adolescenti americani ha provato un AI companion per interazioni personali.

Il 72% degli adolescenti USA ha già parlato con un’AI: cosa sta succedendo?

Un nuovo studio condotto da Common Sense Media, organizzazione no-profit che si occupa dell’impatto della tecnologia su bambini e famiglie, rivela un dato sorprendente: il 72% degli adolescenti americani tra i 13 e i 17 anni ha utilizzato almeno una volta un AI companion, ovvero chatbot progettati per conversazioni personali, e non semplici assistenti vocali o strumenti per i compiti.

La ricerca, condotta tra aprile e maggio 2025 con un campione rappresentativo di 1.060 giovani, mostra che oltre la metà di questi adolescenti (52%) utilizza regolarmente un compagno virtuale. Il 13% dichiara di parlarci ogni giorno, mentre il 21% alcune volte a settimana. Solo un quarto non ha mai provato questo tipo di interazione.

Tra i più curiosi, le ragazze sembrano più aperte all’utilizzo rispetto ai ragazzi, dato che il 31% dei maschi ha dichiarato di non aver mai usato un AI companion, contro il 25% delle femmine.

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Perché i giovani scelgono un “amico virtuale”? Le risposte sorprendono

Lo studio ha indagato anche i motivi che spingono gli adolescenti verso queste interazioni digitali. I risultati mostrano che:

  • Il 46% li considera semplici strumenti tecnologici.
  • Il 33% li vede come una vera alternativa relazionale.
  • Il 30% li utilizza per intrattenimento.
  • Il 28% per curiosità tecnologica.
  • Il 18% per ricevere consigli.
  • Il 17% perché “sono sempre disponibili”.

Un dato interessante riguarda la fiducia: il 50% dei teenager non si fida delle risposte date dagli AI companion. La fiducia cala con l’età: tra i 13-14enni si fida il 27%, mentre tra i 17enni solo il 20%.

Effetti sociali e psicologici: l’IA aiuta o isola?

Uno degli aspetti più discussi riguarda l’impatto sulle relazioni umane reali. Secondo il report:

  • Il 33% trova le conversazioni con l’IA più soddisfacenti di quelle con amici reali.
  • Il 67% preferisce invece il contatto umano.
  • Il 39% usa le chat con IA per esercitarsi nelle interazioni sociali: migliorare i modi di comunicare, esprimere emozioni o iniziare conversazioni.
  • Solo il 6% passa più tempo con l’IA che con gli amici reali.
  • L’80% invece dichiara di dedicare più tempo alle relazioni umane.

Lo studio arriva in un contesto in cui alcune aziende, come Character.AI, sono finite sotto accusa per presunti danni legati all’uso eccessivo di chatbot da parte di giovani, con casi giudiziari gravi come quello di un suicidio in Florida.

Qual è il futuro degli adolescenti e dell’AI?

Questo studio, seppur iniziale, accende un campanello d’allarme sul modo in cui i teenager stanno iniziando a sostituire parti della loro sfera emotiva con le intelligenze artificiali. La pratica, per ora, sembra avere più un ruolo di supporto che di sostituzione: un’estensione temporanea delle relazioni, utile per affrontare insicurezze o simulare esperienze.

Ma se da una parte l’IA offre disponibilità, discrezione e zero giudizi, dall’altra rischia di normalizzare una forma di isolamento emozionale mascherato da connessione digitale. E con la crescente popolarità di app come Replika, Character.AI o chatbot conversazionali più generici come ChatGPT, il fenomeno è destinato a crescere.

Resta da capire se questi strumenti saranno usati come mezzo di crescita o di fuga. La linea è sottile. E il futuro è già iniziato.

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