Il sito Starbase di SpaceX registra un tasso di infortuni sei volte superiore alla media di settore. I dati sollevano dubbi sulla sicurezza.
Il sito di lancio e produzione Starbase, fiore all’occhiello del programma Starship di SpaceX, sta facendo discutere non solo per i suoi progressi tecnologici ma anche per i dati allarmanti sulla sicurezza dei lavoratori. Secondo i dati ufficiali dell’OSHA, il tasso di infortuni è significativamente più alto rispetto alla media dell’industria aerospaziale.
Un’analisi approfondita delle statistiche del 2024 rivela un quadro preoccupante, che solleva interrogativi sul ritmo e sulle condizioni di lavoro imposte per mantenere l’ambizioso cronoprogramma aziendale.
Starbase: tasso d’infortuni oltre sei volte la media per SpaceX
Nel 2024, il sito Starbase ha registrato un TRIR (Total Recordable Incident Rate) pari a 4,27 infortuni ogni 100 lavoratori, contro una media settoriale di appena 0,7 per il settore manifatturiero spaziale. Questo dato è quasi sei volte superiore alla norma e quasi tre volte rispetto alla media dell’intera industria aerospaziale (1,6).
Starbase impiegava circa 2.690 lavoratori nel 2024. Il numero complessivo di giorni di lavoro ridotto (restricted-duty) ammonta a 3.558, mentre i giorni persi per inabilità totale sono stati 656. A peggiorare il quadro, questo alto tasso non è un’anomalia: dati simili vengono registrati dal 2019, anno in cui SpaceX ha cominciato a comunicare le statistiche di Starbase all’OSHA.
Nonostante alcuni miglioramenti rispetto al picco del 2023 (5,9), il tasso rimane il più alto fra tutte le sedi produttive terrestri di SpaceX, superato solo dalle operazioni navali sulla costa ovest, con TRIR di 7,6.
Pressioni, innovazione e conseguenze operative di SpaceX
Starbase è il fulcro del programma Starship, un razzo ultra-pesante riutilizzabile su cui si basa il futuro dell’esplorazione spaziale di SpaceX e, in parte, della NASA stessa. Dal primo volo orbitale del 2023, sono già stati tentati otto lanci integrati, tre dei quali hanno visto l’innovativa cattura del booster con le “chopstick arms”.
Tuttavia, questa frenetica attività sembra avere un prezzo: tra il 2021 e il 2025, sei delle 14 ispezioni OSHA ai siti SpaceX hanno riguardato proprio Starbase, con incidenti tra cui un’amputazione parziale di un dito e il crollo di una gru nel giugno 2025 (indagine ancora in corso).
Sebbene TRIR non distingua tra ferite lievi e gravi, l’ex capo di gabinetto dell’OSHA, Debbie Berkowitz, ha definito il dato “un campanello d’allarme”, indicando potenziali problemi sistemici.
Il ruolo della NASA e il confronto con i concorrenti
Nonostante i numeri preoccupanti, nessun meccanismo automatico nei contratti con NASA impone una sospensione in caso di TRIR elevato. Tuttavia, contratti come quello per il lander lunare prevedono clausole d’intervento in caso di incidenti gravi o violazioni ripetute.
Un portavoce NASA ha confermato che l’agenzia è in contatto costante con SpaceX per monitorare la cultura della sicurezza. L’agenzia sta investendo oltre 4 miliardi di dollari per due missioni Starship con equipaggio destinate alla Luna.
Il confronto con i concorrenti non è lusinghiero: Blue Origin, con il suo stabilimento in Florida, ha un TRIR di 1,09, mentre ULA a Decatur (Alabama) registra 1,12. Gli altri impianti SpaceX presentano tassi inferiori rispetto a Starbase ma comunque superiori alla media di settore: 2,48 a McGregor, 3,49 a Bastrop, 1,43 a Hawthorne e 2,89 a Redmond.
Il ritmo serrato imposto da SpaceX a Starbase per accelerare l’era Starship sta evidentemente impattando sulla sicurezza dei lavoratori. Nonostante lievi miglioramenti nel 2024, il tasso di infortuni rimane tra i più alti del settore. In un’industria dove ogni dettaglio è cruciale per la sopravvivenza umana nello spazio, la sicurezza a terra non può essere un compromesso. NASA osserva con attenzione, ma le risposte concrete tardano ad arrivare.
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