Spotify supera 696 milioni di utenti ma va in perdita

Spotify cresce fino a 696 milioni di utenti e 276 milioni di abbonati, ma registra nuovamente una perdita trimestrale.

Spotify cresce negli utenti ma scivola nuovamente in perdita

Spotify ha pubblicato i dati del suo ultimo trimestre, evidenziando una crescita costante sia per gli utenti gratuiti sia per quelli a pagamento, ma con un ritorno alla perdita operativa dopo il risultato positivo registrato nello stesso periodo dello scorso anno.

Gli abbonati premium sono aumentati del 12% su base annua, raggiungendo 276 milioni, mentre gli utenti attivi mensili totali sono cresciuti dell’11%, arrivando a 696 milioni. Anche i ricavi hanno mostrato un incremento del 10%, raggiungendo 4,2 miliardi di euro. La marginalità lorda si è attestata al 31,5%, in aumento di 227 punti base rispetto allo scorso anno.

Tuttavia, l’utile operativo di 406 milioni di euro è stato inferiore alle attese a causa di costi imprevisti legati principalmente alle “social charges” e a un incremento delle spese per il personale.

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In Svezia, dove Spotify ha la propria sede principale, la tassazione aziendale legata ai salari (payroll taxes) aumenta in proporzione all’andamento del prezzo delle azioni. Questo sistema consente allo Stato di finanziare un welfare generoso, garantendo indennità di disoccupazione e sostegno economico in caso di malattia o infortuni.

Nel trimestre, queste social charges sono risultate 98 milioni di euro oltre le previsioni, incidendo in maniera significativa sui conti. L’azienda ha inoltre registrato un aumento delle spese legate alla forza lavoro e un cambiamento nella composizione dei ricavi.

Le cause della crescita e la sfida della redditività per Spotify

Una parte della crescita negli abbonamenti premium è stata attribuita ai cambiamenti nelle regole dell’App Store, che hanno permesso a Spotify di inserire link di pagamento direttamente nell’app per la prima volta.

Nonostante la forte espansione della base utenti, il modello di business dello streaming musicale resta caratterizzato da margini molto ridotti, poiché gran parte delle entrate da abbonamenti e pubblicità viene versata direttamente alle etichette discografiche.

Al momento non ci sono dati aggiornati sugli abbonati di Apple Music, che ha smesso di comunicare il numero dopo aver superato i 60 milioni, rendendo difficile un confronto diretto sul mercato globale.

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