Un sito web espone ascolti e playlist di politici e celebrità su Spotify, rivelando falle nelle impostazioni di privacy.
Panama Playlists mette in luce il problema privacy di Spotify
Un nuovo sito web chiamato Panama Playlists ha rivelato importanti falle nelle impostazioni di privacy di Spotify, mostrando al pubblico i dati di ascolto e le playlist di celebrità, politici e figure di spicco del mondo tech. Tra i nomi spiccano J.D. Vance, vicepresidente USA, Sam Altman, CEO di OpenAI, il comico Seth Meyers, Mike Johnson, Speaker della Camera USA, e Al Roker della NBC.
L’anonimo creatore del sito ha spiegato di aver individuato e verificato i veri account Spotify di queste persone, iniziando a raccogliere dati già dall’estate 2024. Le informazioni includono titoli dei brani ascoltati, date e numero di riproduzioni, ottenuti senza alcuna violazione tecnica, ma sfruttando il fatto che gran parte di questi dati erano pubblici.
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Il problema delle impostazioni di default
Il caso ha sorpreso molti degli utenti coinvolti, che non erano consapevoli della scarsa protezione delle loro impostazioni di privacy. Spotify, infatti, imposta di default tutte le playlist e i profili come pubblici. Per limitare la condivisione, bisogna accedere al menu “Privacy e social” e disattivare manualmente l’opzione “Playlist pubbliche”. Tuttavia, questo non rende automaticamente private le playlist già create: ogni playlist va modificata singolarmente.
Questa impostazione, combinata con la scarsa consapevolezza degli utenti, ha reso semplice per Panama Playlists monitorare e archiviare l’attività musicale di figure pubbliche di alto profilo per mesi.
Una lezione importante per tutti gli utenti
Il caso Panama Playlists dimostra come la condivisione involontaria di informazioni personali possa avvenire anche senza una vera e propria violazione informatica. Dati apparentemente innocui, come le canzoni ascoltate o le playlist create, possono fornire dettagli sulle preferenze, le abitudini e persino lo stato d’animo di una persona.
Gli utenti di Spotify farebbero bene a rivedere subito le proprie impostazioni di privacy per assicurarsi che rispecchino le loro reali intenzioni di condivisione. Chi cerca maggiore riservatezza potrebbe valutare alternative come Apple Music, che adotta politiche più restrittive nella gestione e condivisione dei dati di ascolto.
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