Spotify introduce la scansione facciale per verificare la tua età

In UK, Spotify richiede una scansione facciale per accedere a contenuti espliciti: ecco cosa cambia e perché.

Spotify richiede la scansione facciale per i contenuti espliciti in UK

Spotify ha annunciato un importante cambiamento per i suoi utenti nel Regno Unito: per accedere a contenuti espliciti, sarà necessario superare una verifica dell’età tramite scansione facciale.

Il servizio di streaming ha stretto una partnership con Yoti, azienda che già fornisce tecnologie simili a piattaforme come Instagram, per garantire che i contenuti riservati agli adulti siano accessibili solo a chi ha l’età minima richiesta. Questa novità rientra negli adeguamenti imposti dall’Online Safety Act britannico, che mira a proteggere i minori online.

Gli utenti che tenteranno di ascoltare o visualizzare contenuti con restrizione d’età potrebbero ricevere una richiesta di verifica immediata. Se il sistema di riconoscimento facciale dovesse restituire un risultato errato, sarà possibile procedere con un caricamento del documento d’identità per confermare l’età.

Imminente il nuovo Nintendo Direct Partner Showcase

Conseguenze per chi non supera la verifica su Spotify

In base alle nuove regole, se un utente non è in grado di confermare di avere l’età minima richiesta, l’account verrà disattivato e successivamente eliminato.

Nel Regno Unito, per registrarsi a Spotify bisogna avere almeno 13 anni. Questo significa che la scansione facciale non servirà solo a limitare l’accesso ai contenuti espliciti, ma anche a bloccare l’uso del servizio ai minori non autorizzati.

Online Safety Act e l’onda di verifiche sui social e servizi online

L’introduzione della scansione facciale da parte di Spotify è solo l’ultimo passo di una serie di adeguamenti all’Online Safety Act. Negli ultimi mesi, altre piattaforme come Reddit, Bluesky, Microsoft/Xbox e diversi provider di contenuti per adulti hanno implementato metodi di verifica dell’età, variando da controlli documentali fino ad analisi biometriche.

Il dibattito rimane acceso: se da un lato queste misure promettono di rafforzare la sicurezza online dei minori, dall’altro sollevano preoccupazioni sulla privacy e sull’uso di dati biometrici sensibili da parte delle aziende.

[fonte]